L’amore merita ascolto. Lettera aperta dei cristiani LGBT europei a Benedetto XVI


Lettera aperta dei cristiani GLBT a Benedetto XVI affinché presti attenzione ai diritti umani*

Santo Padre, ci appelliamo a Lei per chiedere una condanna degli atti di violenza contro Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender (LGBT) e chiediamo la collaborazione di Sua Santità per la depenalizzazione degli atti omosessuali a livello mondiale.

Il silenzio di Sua Santità è spesso interpretato dalle persone che commettono atti di violenza, tortura e assassinio come un assenso verso le loro azioni.

Per esempio, a gennaio di quest’anno, David Kato, un attivista nella lotta per i diritti delle persone LGBT, è stato brutalmente assassinato in Uganda.

Episodi di violenza, torture e assassinii nei confronti di persone LGBT si verificano di frequente in diverse parti del mondo e chi li mette in atto è spesso convinto di conformarsi alla volontà della Chiesa Cattolica.

Questo convincimento è rafforzato dal fatto che, nel dicembre 2008, la Santa Sede si è rifiutata di sostenere la dichiarazione delle Nazioni Unite sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. La dichiarazione contiene un paragrafo che esorta tutti gli Stati ad assicurare che l’orientamento sessuale o l’identità di genere non possano essere, in nessuna circostanza, la base per l’attuazione di pene criminali, in particolare di esecuzioni, arresti o detenzioni.

Ci appelliamo, inoltre, a Sua Santità perché si forniscano a tutti i cristiani chiare informazioni in merito ai passi della Bibbia che sono usati per giustificare questi atti aberranti. Come per i passi a favore della schiavitù, i versetti a sostegno dell’uccisione di persone che praticano attività sessuali con persone dello stesso sesso non devono essere interpretati letteralmente.

Esiste ancora una forma di pressione da parte di alcuni esponenti del clero della Chiesa Cattolica Romana su cristiani LGBT perché si sottopongano a “terapie riparative” per modificare il proprio orientamento sessuale. Questa strategia della Chiesa e la richiesta alle persone LGBT di vivere la condizione della castità sono causa di molte tragedie, compresi suicidi e gravi stati di depressione, tra chi tenta di osservare e seguire eroicamente gli insegnamenti della Chiesa.

Peraltro, secondo studi più recenti studi di psichiatria e psicologia, l’orientamento sessuale non può essere modificato e questi tentativi, perciò, hanno spesso come conseguenza gravi danni psicologici. Inoltre, una vita in castità non può essere richiesta a chi non sente dentro di sé questa vocazione.Ai cristiani LGBT non può essere negato il fondamentale diritto ad una relazione affettiva, indipendentemente dal genere della persona amata. Poiché la scienza ha dimostrato che l’omosessualità è una variante della sessualità, facciamo appello affinché questa evidenza scientifica sia inclusa negli insegnamenti della Chiesa.

Di conseguenza chiediamo a Sua Santità che non si dia più come indicazione che le persone omosessuali debbano sottoporsi a terapie, ma che piuttosto abbiano diritto ad una vita che prevede anche una relazione affettiva nel segno della fedeltà. .

I benefici sociali e personali di questo sono: una vita felice, salute mentale, capacità di dare il meglio di sé al lavoro e nel supportare agli altri. La vita altrimenti si trasforma spesso in una triste esistenza con una serie di inutili terapie psicologiche e psichiatriche, perdita della fede in Dio, di umanità e amore, come testimoniano bene le frequenti lettere e testimonianze di cristiani LGBT.

In tutto il mondo molte lesbiche, gay e transgender vivono relazioni fondate sull’amore, la fedeltà e l’assistenza reciproca. Proprio come nelle relazioni eterosessuali mature, l’amore è innanzitutto un’esperienza spirituale e poi anche fisica. Sfortunatamente, a causa del pregiudizio e della disinformazione, molte persone associano il concetto di omosessualità solo all’amore fisico.

Con riferimento alla dichiarazione di Sua Santità del dicembre 2008 sulla necessità di proteggere l’umanità come l’ecosistema di una foresta tropicale, seguendo la stessa metafora possiamo dire che le persone LGBT rappresentano una specie meno numerosa ma che si ritrova costantemente nell’ecosistema e, come sappiamo, ogni specie è importante e necessaria per garantire l’equilibrio creato da Dio.

Ci appelliamo a Lei perché riconsideri la posizione della Chiesa sulle relazioni tra persone sia dello stesso sesso sia transessuali, supportando altresì l’accettazione e la benedizione di queste relazioni all’interno della Chiesa.

Ci appelliamo a Sua Santità affinché si cessi di fare pressioni sui cattolici affinché votino contro leggi che autorizzano relazioni tra persone dello stesso sesso.

Le relazioni tra persone sia dello stesso sesso sia transessuali non costituiscono un pericolo per l’esistenza della famiglia tradizionale, ma in realtà sostengono e accrescono i valori della famiglia e del matrimonio. Le persone LGBT rappresentano solo una piccola percentuale di ogni popolazione, percentuale che rimane costante.

L’esperienza di non accettazione dei giovani omosessuali e transessuali, da parte delle loro famiglie e della Chiesa, quasi sempre genera problemi nello sviluppo delle loro personalità. Le conseguenze sono spesso drammatiche e possono concretizzarsi, ad esempio, in disperati tentativi di contrarre matrimoni eterosessuali, nel mascherare il proprio orientamento sessuale o nello scegliere la vita religiosa anche in assenza di vocazione.

Dalle motivazioni che abbiamo esposto, si evince come creare un’atmosfera sicura e accogliente, che consenta alle persone LGBT di essere se stesse, è importante per ogni società.

Il Catechismo delle Chiesa Cattolica afferma che le persone omosessuali devono essere trattate con rispetto, compassione e sensibilità. Rispetto e sensibilità dovrebbero essere concessi a tutti indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. Se fosse veramente così, la compassione non sarebbe necessaria. I comportamenti e le opinioni omofobe sono particolarmente

dolorosi quando agiti da chi si dichiara cristiano, sia laico o religioso, e non sono certo una forma di rispetto.

Dio benedica Sua Santità

Berlino, 7 maggio 2011

Diane Xuereb (Olanda/Malta)
dott. Michael Brinkschröder (Germania)
(Co-Presidenti del Forum europeo dei Gruppi di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali cristiani per conto dei Gruppi membri)

* Testo approvato a Berlino, il 7 maggio 2011, alla Conferenza annuale del Forum dai delegati dei gruppi europei, la lettera sarà consegnata in Vaticano il 10 giugno 2011.

Testo originale: LGBT Christians appeal to Your Holiness to pay attention to human rights 

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2 risposte a L’amore merita ascolto. Lettera aperta dei cristiani LGBT europei a Benedetto XVI

  1. Barbara Corace ha detto:

    Pura utopia soltanto pensare che la Chiesa risponda… Che tristezza…

    • étoile ha detto:

      Assistenza sessuale ai disabili
      Lo scorso 9 aprile è stato presentato al Senato il disegno di legge Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità volto ad introdurre, in Italia, la figura professionale dell’assistente sessuale, appositamente formata per aiutare coloro che per via di una disabilità psichica o fisica non sono in grado di vivere autonomamente la propria sessualità.
      La figura dell’assistente sessuale, ad oggi, è già presente in Svizzera, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Austria dove basta presentare un semplice attestato di formazione per esercitare la professione. Un “operatore del sesso” specialistico (uomo o donna) con orientamento bisessuale, eterosessuale o omosessuale che, come si legge nel testo del provvedimento, «sia in grado di aiutare le persone con disabilità fisico-motoria, psichica, o cognitiva, a vivere un’esperienza erotica, sensuale o sessuale e a indirizzare al meglio le proprie energie interne, spesso scaricate in modo disfunzionale in sentimenti di rabbia e aggressività». Il progetto di legge, presentato su iniziativa trasversale di tredici senatori, fa appello ad una sentenza della Corte Costituzionale, la 561 del 1987, che riconosce la sessualità come uno dei diritti fondamentali e come tale soggetto a tutela dall’articolo 2 della Costituzione.
      Secondo Maximiliano Ulivieri, portavoce del primo comitato italiano per una legge sull’assistenza sessuale, il sesso è un diritto che va garantito in nome della libertà di scelta ed un bisogno primario al quale è necessario provvedere alla pari delle altre terapie già previste: «Ad oggi per le persone con disabilità esistono vari tipi di sostegno: c’è la fisioterapia, c’è un aiuto per chi ha difficoltà a gestire la quotidianità, come vestirsi o fare la doccia, e ci sono persino forme di assistenza come la cromoterapia o l’ippoterapia. Si è concepito un aiuto per ogni tipo di necessità, ma non per quella sessuale. Come se il disabile non sentisse il bisogno di toccarsi, di ricevere piacere, come se non fosse idoneo a certe esigenze. Ma non è così, e chi ha limiti psichici o fisici tali per cui non può provvedere da sé a questi bisogni deve essere assistito».
      Sesso e disabilità sono stati al centro anche del “Venezia Pride 2014” che sul tema ha organizzato un incontro dal titolo Diversabilità LGBT per rivendicare il diritto al sesso anche per disabili gay. Come si legge, infatti, nel comunicato stampa dell’iniziativa, «Anche i disabili gay si inseriscono nella richiesta di poter vivere ed esprimere la propria sessualità ed affettività, ed hanno iniziato a far emergere la questione della doppia diversità e del pregiudizio che ne deriva, a rivendicare la possibilità di essere riconosciuti come omosessuali piuttosto che dare per scontato che il loro orientamento sessuale non risulti rilevante in quanto disabili. Ne consegue una crescente ricerca di percorsi e forme di sostegno per combattere il senso di esclusione e di discriminazione che spesso si prova nell’essere una minoranza nella minoranza, chiamando in causa in primis le associazioni LGBT italiane».

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